"PIANO STORY": 4 CONCERTI PER 4 PIANOFORTI DI EPOCHE DIVERSE

AUDITORIUM SANT'ANTONIO - MORBEGNO

P.za Sant’Antonio 1, Morbegno, Italia
Due pianisti che si danno il cambio su quattro strumenti a tastiera di epoche diverse, messi a disposizione dalla Collezione Famiglia Cadario.
Un esperimento dall’esito in parte imprevedibile: interazione precaria fra l’epoca dello strumento, quella del brano, quella del pianista che lo suona (il quale, è vero, sa quale tecnica deve essere utilizzata su quegli strumenti, ma è pur sempre un pianista di oggi), e quella di noi che ascoltiamo, irrimediabilmente contemporanei. In parte, perciò aspettiamoci il rigore dell’esperimento scientifico; ma anche armiamoci di spirito di avventura, disponibili a sorprese di ogni genere.

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Bisogna mettere da parte pregiudizi di ogni genere. Quanto impara, un pianista, a mettere le mani su questi strumenti; ma quanto è spiazzato all’inizio. E quanto è spiazzato anche l’ascoltatore.
È una questione di suono: che oggi sugli strumenti moderni sempre immaginiamo (e sperimentiamo) ricco, caldo, riverberato, avvolgente; mentre su tanti strumenti più antichi un’arcana bellezza vien fuori da un suono che non è per nulla così ricco, caldo, riverberato, avvolgente. Vien fuori una voce completamente diversa che, se appena le diamo la possibilità di parlarci, ci strega.

L’altezza di una nota è fissata matematicamente. Meno matematica, ma comunque molto ben misurabile, è la durata. Ancora meno esattamente misurabili, eppure espressi da segni che ambiscono a una certa precisione, sono intensità e modi d’attacco.
Il suono invece, al momento giusto, rivendica la sua non misurabilità, il suo ribellarsi alla presunta onnipotenza del pensiero che tutto vorrebbe ordinare e classificare.

Su un fortepiano Franz Rausch – 1825 ca., un fortepiano Bell Père & Fils – 1840 ca., un pianoforte Josef Schneider – 1870 ca. e uno Steinway & Sons degli anni ’90 (del ‘900), Mozart Hummel Beethoven Chopin Schumann Debussy e Gershwin porgeranno suoni sempre diversi.

Scrive il pianista Alfred Brendel: «Il suono del pianoforte non dovrebbe essere preso come qualcosa di assoluto, bensì come punto di partenza per lunghi viaggi, sortilegi, scavi nel profondo e voli ad alta quota». E allora, voliamo.

venerdì, 10/12/2021 alle ore 19:30

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