ČAJKOVSKIJ

TEATRO SOCIALE DI SONDRIO

Piazza Garibaldi 26, Sondrio, Italia
Il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 35 di Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840–1893) vide la luce nel 1878, durante una sorta di volontario esilio che fece seguito al fallimento del matrimonio del compositore.
Il Concerto per violino e orchestra è uno dei brani in cui il talento melodico di Čajkovskij raggiunge il suo apice.

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Difficilissimo, se non impossibile, «spiegare» il miracolo di tanti suoi temi. Si può forse puntare l’attenzione sul loro carattere sinuoso, composti come sono da segmenti di curva che morbidamente discendono o si protendono verso l’alto. Da questo procedere della linea nasce una particolare qualità melodica, così come sempre nella dolcezza di una linea curva altre volte riconosciamo la bellezza di un’immagine o di un corpo.

La Sesta sinfonia in si minore op. 74, ultima composizione di Čajkovskij, vede la luce nel momento decisivo del suo destino, in prossimità con la sua fine misteriosa. (L’epidemia di colera e il bicchiere d’acqua non bollita bevuto in pubblico: imprudenza o suicidio?). Il dato biografico si unisce a quello musicale a creare un’opera leggendaria.
I temi di questa sinfonia, ancor più rispetto a quanto mai tentato da Čajkovskij, si presentano a noi come personificazione di moti ed energie interiori, pronte a sviluppare una trama tragica.

Il secondo movimento, l’apparentemente innocuo Allegro con grazia, ha un carattere di valzer, ma sorpresa! Il metro non è quello solito del valzer, in tre tempi, ma in cinque, come se la scena di danza venisse vista attraverso uno specchio deformante.

Il terzo movimento, lo Scherzo, porta in sé così tanto splendore sonoro da essere inquietante, persino diabolico. E il movimento conclusivo diventa il luogo commovente in cui si sciolgono le fila drammatiche del percorso, con sconvolgente intensità.

A vigilare su questi due capolavori di Čajkovskij, una piccola grande gemma di Charles Ives (1874–1954), The Unanswered Question (La domanda senza risposta). La tromba intona più volte «l’eterna domanda sull’esistenza» – i flauti prima sembrano impegnarsi a una possibile risposta, poi invece finisce che si fanno beffe della domanda – e gli archi restano quieti e muti, tacendo il mistero che forse conoscono.

venerdì, 24/09/2021 alle ore 19:00

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